Emergenze da caldo estremo in azienda: cosa fare, chi coinvolgere, come intervenire

26.06.2025
Emergenze da Caldo Estremo in Azienda: cosa fare, chi coinvolgere, come intervenire
Emergenze da Caldo Estremo in Azienda: cosa fare, chi coinvolgere, come intervenire

Nel 2025 le ondate di calore sono tra le prime cause di infortunio non traumatico sul lavoro in Italia. Il cambiamento climatico non è più una minaccia futura: è una realtà operativa.
Le aziende oggi non possono più permettersi di "ignorare il caldo": lo stress termico da calore è un rischio reale, da valutare e gestire al pari di un rischio meccanico o chimico. 

Vediamo come affrontarlo secondo normativa e buone prassi.

Cos'è un'emergenza da caldo e perché le aziende devono prepararsi?

Parliamo di emergenza da caldo quando:

  • la temperatura ambientale, combinata con umidità e attività fisica, supera i limiti di sicurezza;
  • si verificano casi di malori sul posto di lavoro: crampi, disidratazione, collassi o addirittura colpi di calore;
  • i lavoratori operano in assenza di zone ombreggiate, aria condizionata o DPI adeguati;
  • non è presente un protocollo aziendale di emergenza climatica.

L'Accordo Stato-Regioni del 19 giugno 2025 introduce Linee Guida nazionali vincolanti per la protezione dei lavoratori da caldo e radiazione solare. La loro applicazione è obbligatoria per il datore di lavoro in tutti i settori, dall'edilizia alla logistica, dall'agricoltura alla cantieristica.

Le aziende sono pronte? La maggior parte NO (e rischiano sanzioni)

Nel 70% delle aziende ispezionate nel periodo estivo 2024, le ASL hanno rilevato:

  • DVR non aggiornati con la valutazione del rischio da calore;
  • nessuna formazione dei lavoratori sui sintomi da stress termico;
  • mancanza di protocolli di primo intervento e gestione dell'emergenza climatica;
  • assenza di DPI adeguati: abiti traspiranti, occhiali UV, cappelli;
  • zero procedure per idratazione o pause in zone fresche.

Il risultato?

Multe fino a € 6.000 per mancata valutazione del rischio e sospensione dell'attività in caso di infortuni gravi.

Cosa deve fare un'azienda oggi

Aggiorna subito il DVR con valutazione microclimatici: il rischio da calore è un rischio fisico, e va valutato con strumenti tecnici: indici WBGT, PHS, checklist microclimatiche. È necessario indicare misure tecniche e organizzative da attuare in caso di allerta meteo o rischio elevato.

Forma lavoratori e preposti sui segnali e sintomi: tutti devono sapere come riconoscere e reagire a: crampi, vertigini, nausea, stato confusionale. La formazione deve includere: sintomi precoci, misure preventive, comportamento in caso di emergenza.

Adotta un Piano Aziendale di prevenzione ondate di calore: serve un piano operativo con azioni codificate:

  1. riorganizzazione turni (es. no attività 12:30–16:00);
  2. pause programmate in aree ombreggiate;
  3. distribuzione acqua fresca e sali minerali;
  4. DPI estivi e vestiario certificato anti UV.

Prevedi un protocollo di emergenza per il colpo di calore:

  • Inserire nella procedura di emergenza: dotazione di ghiaccio, mantelline esotermiche, integratori;
  • addetti al primo soccorso formati specialmente per malori da calore;
  • chiamata rapida del 112 e codice operativo per intervento sanitario.

Coinvolgi il medico competente e il RSPP: la sorveglianza sanitaria mirata è essenziale per soggetti a rischio (ipertesi, diabetici, assuntori di farmaci). Il RSPP esterno o interno deve aggiornare il piano con indicatori di allerta meteo, mappe Worklimate e report periodici.

Il futuro? Datori di lavoro "climate-smart"

Chi integra la gestione del rischio climatico nella sicurezza aziendale:

  • riduce infortuni, assenze e responsabilità civili/penali;
  • migliora la reputazione interna ed esterna;
  • accede più facilmente a fondi, sgravi e bandi legati a salute e sostenibilità.

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Faq - Domande frequenti

Cosa prevede l'Accordo Stato Regioni Giugno 2025 sul caldo?

Introduce linee guida obbligatorie per prevenire lo stress da calore e l'esposizione solare nei luoghi di lavoro. Include strumenti di valutazione come WBGT e PHS, obblighi informativi e misure settoriali specifiche.

A chi si applicano le nuove linee guida sul rischio da calore?

A tutte le aziende pubbliche e private con lavoratori esposti a calore e radiazione solare, sia in ambienti esterni che interni non climatizzati.

Quali sono i principali strumenti di valutazione del rischio termico?

WBGT (indice di calore ambientale) e PHS (modello fisiologico di stress termico), previsti dagli standard UNI EN ISO.

Cosa deve fare il datore di lavoro per essere conforme?

Effettuare una valutazione specifica dei rischi, adottare misure organizzative e tecniche, formare i lavoratori, aggiornare il DVR e attivare la sorveglianza sanitaria. 

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